Caprifoglio: Caratteristiche, Coltivazione, Cura e Usi

Il caprifoglio è una pianta rampicante molto apprezzata per la bellezza dei suoi fiori profumati. Con il termine “caprifoglio” ci si riferisce in realtà a diverse specie di piante della famiglia delle Caprifoliaceae, tra cui le più note sono la Lonicera japonica, la Lonicera caprifolium e la Lonicera xylosteum.

L’origine del nome è legata alle abitudini alimentari delle capre: deriva infatti dal latino “capra” e “folium”, ovvero “foglia di capra”, poiché questi animali sono golosi delle sue foglie. In passato il caprifoglio veniva chiamato anche “madreselva”, “vincibosco” e “ligabosco”.

Le oltre 200 specie di caprifoglio si distinguono per il portamento rampicante o cespuglioso, per i fiori tubolari riuniti in coppie ascellari e per le foglie decidue o sempreverdi.

Origine e diffusione

Il caprifoglio è originario dell’Asia orientale, in particolare di Cina, Giappone e Corea.

In Europa le specie autoctone di caprifoglio sono diffuse soprattutto nelle zone temperate e montuose.

In Italia è possibile trovare il caprifoglio sia allo stato spontaneo che coltivato a scopo ornamentale. Le principali specie italiane spontanee sono:

  • Lonicera caprifolium: diffusa in tutta la penisola eccetto la Sardegna e le zone più aride del Sud. Predilige i boschi montani e collinari.
  • Lonicera xylosteum: presente al Nord e lungo la dorsale appenninica, fino alla Campania. Vegeta nei boschi montani e nelle siepi.
  • Lonicera nigra: tipica dei boschi alpini e appenninici.
  • Lonicera etrusca: endemica dell’Italia centrale.
  • Lonicera alpigena: diffusa sulle Alpi centro-orientali.

Oltre alle specie autoctone, in Italia sono state introdotte nei giardini varietà di caprifoglio provenienti dall’Asia orientale, come la Lonicera japonica, la Lonicera chinensis e l’ibrido Lonicera x heckrottii.

Queste varietà  vengono ampiamente coltivate per il loro valore ornamentale.

Caratteristiche

Il caprifoglio si distingue per il particolare portamento rampicante o cespuglioso, a seconda della specie. I fusti, legnosi alla base, si avvolgono attorno al supporto in senso antiorario.

Le foglie sono decidue o sempreverdi, di forma ovale o cuoriforme, con margine intero o seghettato.

I fiori, riuniti in coppie ascellari, hanno una caratteristica forma tubolare. Possono essere di colore bianco, giallo, rosa o rosso in base alla specie e alla varietà. La fioritura avviene in primavera-estate.

I frutti sono delle bacche carnose, lucide, di colore rosso o arancione. Contengono piccoli semi appiattiti.

Dal punto di vista tassonomico, il genere Lonicera è suddiviso in 3 sottogeneri principali:

  • Periclymenum: comprende le specie rampicanti con foglie superiori connate a formare un collare attorno al fusto (es. L. caprifolium).
  • Chamaecerasus: raggruppa le specie cespugliose con fiori e frutti raggruppati (es. L. xylosteum).
  • Nintooa: include le specie sempreverdi con fiori e foglie ascellari (es. L. japonica).

Le caratteristiche botaniche come il portamento, la forma dei fiori e il tipo di foglie sono elementi distintivi del genere Lonicera e hanno un preciso valore tassonomico, tanto da definire la suddivisione nelle 3 sottocategorie citate.

Varietà

Esistono numerose varietà di caprifoglio che si differenziano per alcune caratteristiche botaniche ed ornamentali. Tra le principali:

Lonicera caprifolium

Specie spontanea in Europa, presenta eleganti fiori di colore bianco che in alcune varietà possono assumere sfumature giallo crema.

I fiori sono riuniti in infiorescenze ascellari e la fioritura abbondante si manifesta tra maggio e giugno, riempiendo l’ambiente circostante di un gradevole profumo.

Le foglie sono decidue, di forma ovale. È una pianta molto rustica e vigorosa, adatta per ricoprire pergolati e altre strutture verticali. Necessita di potature annuali dopo la fioritura.

Lonicera caprifolium

Lonicera japonica ‘Halliana’

Varietà originaria del Giappone, si distingue per l’eccezionale profumo dei fiori, intensamente dolce e persistente.

I fiori sono di colore bianco puro, riuniti in eleganti pannocchie ascellari che si sviluppano abbondantemente da maggio fino all’estate inoltrata.

È una rampicante dalla crescita rapida, dal portamento ricadente. Particolarmente adatta per ricoprire muri, pergolati e altre superfici verticali. Richiede potature annuali per contenere la crescita vigorosa.

Lonicera sempervirens

Questa specie presenta foglie ovali semi-persistenti di colore verde brillante, che le conferiscono un aspetto ornamentale anche durante l’inverno.

I fiori, riuniti in infiorescenze apicali, sono di colore rosso aranciato con sfumature gialle. La fioritura è abbondante da aprile fino all’estate.

È molto vigorosa e tollera bene la potatura. Adatta per pergolati e posizionata lungo cancellate.

Lonicera etrusca

Endemica della flora italiana, questa specie produce fiori di colore giallo intenso, riuniti in densi gruppi ascellari. Fiorisce più tardi, tra giugno e luglio. Si caratterizza per la rusticità e la tolleranza al caldo. Adatta per realizzare siepi fiorite e bordure. Dopo la fioritura spunta un’abbondante produzione di bacche ornamentali di colore rosso.

Lonicera etrusca

Lonicera periclymenum ‘Belgica’

Cultivar dalla spettacolare fioritura rosso porpora, con venature scure all’interno dei fiori dalla forma tubolare. Oltre alla bellezza, i fiori sprigionano un piacevole profumo di vaniglia. Fiorisce generosamente, con infiorescenze multiple lungo i tralci. Varietà rustica e vigorosa, perfetta per ricoprire rapidamente pergolati e altre strutture verticali.

Lonicera periclymenum ‘Belgica’

Lonicera pileata

Specie originaria del Nord America, produce ampie infiorescenze di fiori dalla peculiare colorazione arancione brillante, con gola gialla. Fiorisce in modo prolungato da maggio fino all’estate. È decorativa, rustica e si adatta sia a terreni soleggiati che ombreggiati. Ottima per essere coltivata in grandi contenitori.

Lonicera tatarica

Questa varietà presenta appariscenti fiori grandi dalla colorazione rosa, che in autunno assumono una tonalità rossa intensa prima di cadere. La fioritura è abbondante e si protrae a lungo. Dopo la fioritura produce curiosi frutti di colore rosso. Pianta molto rustica e resistente, adatta per creare siepi fiorite. Predilige posizioni soleggiate.

Lonicera tatarica

Lonicera x henryi

Ibrido dalla lunga fioritura gialla con sfumature rosse all’interno dei fiori. Molto decorativo e profumato. La fioritura inizia in primavera e prosegue fino all’autunno se sottoposto a potature. Cresce rapidamente ed è adatto per pergolati e coperture verticali. Resistente al freddo e alle malattie.

Lonicera tellmanniana

Varietà vigorosa caratterizzata da eleganti fiori tubolari di colore rosa tenue, intensamente profumati. Fiorisce con abbondanza da maggio fino all’estate, ricoprendo letteralmente la pianta. Ottima per essere coltivata in grandi vasi. Necessita di potature annuali. Si adatta sia al sole che all’ombra parziale.

Oltre alle specie botaniche, nei vivai si trovano numerosi ibridi e cultivar di caprifoglio, dalle svariate colorazioni e caratteristiche.

Coltivazione e Cura del Caprifoglio

Esposizione

Il caprifoglio predilige climi temperati, con estati fresche e inverni miti, resistendo a temperature minime di -10/-20°C. Teme invece il caldo e la siccità eccessivi tipici delle zone di pianura. L’esposizione ottimale è in pieno sole o a mezz’ombra, mentre soffre se collocato in zone troppo ombreggiate. Necessita di luminosità abbondante ma anche di un riparo dalla calura estiva.

Terreno

Predilige terreni fertili, profondi almeno 50 cm, di medio impasto o limoso-sabbiosi, ricchi di sostanza organica con pH leggermente acido tra 6 e 6,5. Ottimali sono i terricci costituiti da ristoppio e letame ben maturo. È molto importante assicurare un buon drenaggio ed evitare qualsiasi ristagno idrico che causerebbe marciumi radicali.

Collocazione

Va collocato in prossimità di un supporto su cui arrampicarsi come una pergola, una recinzione, una parete o il tronco di un albero. Evitate zone con ristagni idrici.

Quando piantare il caprifoglio

Il periodo migliore per mettere a dimora il caprifoglio è l’autunno o l’inizio della primavera. Evitate i mesi estivi troppo caldi.

Potete acquistare le piante già cresciute in vivaio, oppure seminare i semi in vasetti da trapiantare l’anno successivo. Assicuratevi che le piantine abbiano un buon apparato radicale.

Preparate buche profonde il doppio rispetto al vaso, riempite sul fondo con compost ben maturo mescolato al terreno, posizionate la pianta e riempite completando con altro terreno e compost. Pressate bene con le mani e annaffiate abbondantemente.

Irrigazione

Il caprifoglio è una pianta molto rustica che non necessita di particolari cure una volta messa a dimora. L’importante è annaffiare regolarmente per i primi mesi finché l’apparato radicale non si sarà ben sviluppato.

Innaffiate una volta alla settimana durante la stagione di crescita in assenza di piogge. Dopo i primi anni di vita la pianta sarà completamente autonoma anche senza irrigazioni artificiali.

Propagazione

Per moltiplicare il caprifoglio si possono fare talee semi-lignee, propaggini o semina. Le talee sono il metodo più facile. Vediamoli nel dettaglio:

  • Talea in estate o autunno prelevando porzioni apicali di ramo lunghe 10-15 cm, mettendole a radicare in un substrato costituito da sabbia e torba in parti uguali. Le giovani piantine andranno trapiantate l’anno successivo una volta ben sviluppate.
  • Propaggine in autunno, selezionando rami ancora attaccati alla pianta madre, interrandoli per circa 15 cm e fissandoli con picchetti. Dopo circa 1 anno, quando si saranno sviluppate radici avventizie, si potrà separare la nuova pianta e metterla a dimora.
  • Margotta in autunno, scegliendo rami non legnosi e flessibili, piegandoli verso il terreno, bloccandoli con una forcina e ricoprendo con terra lasciando emergere solo le gemme apicali.
  • Semina in semenzaio protetto tra settembre e ottobre, interrando i semi in terriccio leggero e mantenendo umido e ombreggiato fino alla germinazione dei semini, che richiede anche alcuni mesi.

La messa a dimora va effettuata tra settembre e maggio, preparando buche profonde almeno 50 cm, riempiendole con un miscuglio di terra, terriccio e concime organico maturo. Le giovani piante vanno annaffiate regolarmente per favorire l’attecchimento.

Concimazione

Per quanto riguarda la concimazione, il caprifoglio ne ha bisogno solo se piantato in un terreno poco fertile. In tal caso, si possono distribuire concimi bilanciati in primavera.

Uno o due apporti all’anno, a partire da febbraio, sono sufficienti. Se si vuole stimolare una maggiore crescita, sono indicati concimi azotati, ma con moderazione per non favorire un eccessivo sviluppo fogliare a discapito della fioritura.

Potatura

Il caprifoglio ha bisogno di potature e di guide per mantenere il suo vigore e la natura rampicante. Una volta che la pianta è ben sviluppata, la potatura serve a rimuovere rami secchi o danneggiati e a mantenerla in salute.

Si possono usare sostegni e legacci per farlo arrampicare su muri o pergolati. Le varietà rampicanti vanno potato durante tutto l’anno per modificarne la forma, mentre in autunno o inverno si possono tagliare quasi raso terra se la crescita è eccessiva.

Per le varietà arbustive, la potatura va fatta quando i fiori appassiscono e cadono in primavera, eliminando i rami rovinati e accorciando sotto un nodo fogliare. Dopo l’ultima fioritura autunnale, accorciare di circa un terzo per non rimuovere le gemme a fiore della primavera successiva, che sbocciano sui rami dell’anno precedente.

Cure invernali 

Il caprifoglio non necessita di particolari cure durante l’inverno, ma bisogna adottare alcuni accorgimenti in base alla varietà e al clima della zona.

Nelle aree con inverni molto rigidi è preferibile scegliere varietà più rustiche che resistono meglio al freddo. La pacciamatura è utile per proteggere le radici dal gelo.

In autunno distribuire alla base della pianta uno strato di paglia o compost di 3-4 cm di spessore. Si può anche coprire il caprifoglio con un telo di iuta per ripararlo dalle gelate.

Rimuovere sia la pacciamatura che gli eventuali rivestimenti protettivi in primavera, quando è passato l’ultimo rischio di gelate.

Durante l’inverno il caprifoglio è in riposo vegetativo e non necessita di concimazioni, in quanto non riuscirebbe ad assorbire i nutrienti. Basterà ricominciare con la fertilizzazione in primavera.

Con queste semplici cure invernali anche le varietà meno rustiche di caprifoglio sopravvivono senza problemi e fioriscono rigogliose nella bella stagione successiva.

Parassiti e malattie del caprifoglio

Questa pianta rampicante è generalmente molto resistente al attacchi di parassiti e patogeni. In rare occasioni, con clima caldo-umido, può manifestarsi la comparsa di oidio, una muffa grigia su foglie e fiori.

Se notate questi sintomi, trattate prontamente con un fungicida specifico e rimuovete e distruggete le parti colpite. Cercate di migliorare il ricambio d’aria e l’insolazione della pianta.

Problemi comuni del caprifoglio

Foglie increspate

Dopo un attacco di afidi, le foglie si presentano arricciate e deformate per la melata prodotta da questi insetti che favorisce la formazione di muffe. Gli afidi prediligono le zone d’ombra. Rimuovere i rami infestati e applicare sapone insetticida.

Foglie che ingialliscono/anneriscono

Un patogeno chiamato mal dell’inchiostro può diffondersi al caprifoglio dal terreno, soprattutto in aree boschive. Provoca l’annerimento e l’essiccamento dei margini fogliari. Se individuato precocemente, potare i rami colpiti può salvare la pianta. Anche eccesso di concime e macchie fogliari possono causare l’ingiallimento.

Per prevenire i problemi, coltivare il caprifoglio in zone soleggiate, evitare ristagni idrici, potare correttamente, distruggere foglie o rami infestati e non eccedere con i concimi. Così si manterrà forte e rigoglioso.

Il caprifoglio nella mitologia e nel simbolismo

Il caprifoglio è una pianta che ha sempre suscitato fascino e credenze popolari. Nella cultura folkloristica era ritenuto capace di portare fortuna e tenere lontani gli spiriti maligni.

In particolare, si credeva che facendolo crescere intorno all’ingresso di casa si sarebbe attirata la buona sorte e impedito alle energie negative di entrare. Per questo spesso veniva piantato vicino a porte e finestre come portafortuna benefico.

Il caprifoglio era anche considerato simbolo di fedeltà e dedizione in amore, tanto da essere spesso scelto come fiore nuziale.

In epoca vittoriana, nel linguaggio dei fiori rappresentava la devozione sincera tra innamorati. Ma vi era anche la credenza che il suo intenso profumo provocasse sogni eccentrici nelle ragazze, per questo alle giovani non sposate era proibito portare in casa rami fioriti di caprifoglio.

Ancora oggi questa pianta mantiene il suo alone di mistero e fascino, legato a significati magici e spirituali che affondano le radici in tempi antichi. Il caprifoglio continua ad essere simbolo di buoni auspici e felicità coniugale.

Utilizzi del Caprifoglio

Come pianta ornamentale

Come pianta ornamentale viene utilizzato in giardino, su pergolati, balconi e terrazzi. Ecco alcuni degli usi più diffusi di questa rampicante dalla fioritura scenografica:

  • Pergolati, coprendo la struttura con i tralci fioriti e profumati.
  • Su cancellate, reti e graticci come insolita parete fiorita.
  • Lungo i bordi del giardino o il confine con vicini, per creare siepi fiorite.
  • Per ricoprire pareti, muri di recinzione, pilastri.
  • In grandi contenitori e vasi per terrazzi e balconi.
  • Composizioni e mazzi floreali recisi, grazie ai profumati fiori.
  • In vaso nelle zone d’ingresso, per profumare casa.

Come pianta officinale

Il caprifoglio è una pianta dalle interessanti proprietà officinali, utilizzata fin dall’antichità nella medicina popolare e tuttora impiegata in erboristeria.

I componenti che conferiscono al caprifoglio principi attivi curativi sono i flavonoidi, i tannini, gli antociani e gli oli essenziali presenti nelle parti aeree della pianta, in particolare nei fiori.

Grazie a queste sostanze biochimiche, preparati a base di caprifoglio hanno effetti calmanti, espettoranti, diuretici e lenitivi. L’infuso ottenuto dai fiori secchi ha proprietà sedative, allevia ansia e insonnia, calma la tosse e favorisce la sudorazione in caso di febbre.

Gli sciroppi a base di fiori di caprifoglio venivano usati per lenire mal di gola e placare la tosse, soprattutto dei bambini. Impacchi con decotto di caprifoglio curano irritazioni cutanee e dermatiti.

In cosmetica, l’olio estratto dai fiori di caprifoglio ha proprietà emollienti e ammorbidenti per la pelle. Viene utilizzato per produrre creme idratanti, lozioni doposole, saponi.

Grazie alle molteplici virtù officinali di questa pianta rustica e ornamentale, il caprifoglio merita quindi di essere coltivato anche per i suoi impieghi terapeutici e cosmetici naturale.

Artigianale 

Il legno del caprifoglio, per le sue particolari caratteristiche, viene spesso impiegato nell’artigianato e nella realizzazione di piccoli oggetti.

Un materiale versatile per l’hobbistica

Il legno del caprifoglio è infatti molto compatto e allo stesso tempo facilmente lavorabile. Per questo motivo è adatto per intagliare oggetti artigianali come pipe, bottoni, piccoli giocattoli e altri accessori.

La sua tessitura fine e omogenea consente di ottenere manufatti dalle superfici lisce e piacevoli al tatto. In passato il legno di caprifoglio era usato comunemente dai bottai per fabbricare botti e tini.

L’attrattiva per i gatti

Un utilizzo particolare del legno di caprifoglio è nella realizzazione di giocattoli per gatti. Esso contiene infatti nepetalattone, sostanza chimica che attira fortemente i felini.

I giochi in legno di caprifoglio risultano quindi irresistibili per i mici, che si divertiranno a rosicchiarli e annusarli grazie al forte richiamo esercitato su di loro.

Domande frequenti sul Caprifoglio

E’ nocivo per gli animali domestici?

Il caprifoglio non è una pianta nociva per cani e gatti.

Le foglie, i fiori e le bacche di questa pianta rampicante non sono tossici per gli animali domestici. Tuttavia è bene ricordare alcune precauzioni:

  • Le bacche, se ingerite in grandi quantità, possono causare disturbi gastrointestinali temporanei come vomito o diarrea. Ma non sono velenose.
  • Il polline del caprifoglio può causare reazioni allergiche in cani e gatti predisposti, provocando prurito, starnuti e congestione nasale.
  • Le foglie e i fiori possono risultare lievemente irritanti per la pelle e le mucose di animali sensibili.

Può essere coltivato in vaso su un terrazzo?

Sì, il caprifoglio si presta molto bene ad essere coltivato in grandi vasi su terrazzi e balconi. L’importante è scegliere un contenitore di almeno 40-50 cm di diametro, con buchi di drenaggio sul fondo. Usare un terriccio fertile e leggero, esporre il vaso al sole e annaffiare regolarmente. In inverno proteggere dal gelo.

Si possono usare le foglie di caprifoglio in cucina?

Le foglie giovani di alcune varietà di caprifoglio sono commestibili e possono essere utilizzate per insaporire primi piatti, insalate o tisane. Hanno un sapore delicato e sono ricche di vitamina C. Raccomandabile raccogliere solo foglie sane da piante non trattate chimicamente.

Il caprifoglio fiorisce solo in estate?

Esistono varietà di caprifoglio rifiorenti che regalano una seconda fioritura in autunno, oltre a quella principale estiva. Tra queste il Caprifoglio di Leycester o il Caprifoglio di Tellmann. Scegliendo più varietà con tempi di fioritura scaglionati si possono avere fiori quasi tutto l’anno.

Qual è la durata media di una pianta di caprifoglio?

In condizioni ottimali il caprifoglio può superare i 20-30 anni di vita. Molto dipende dalle cure colturali, dal clima e dalle potature di mantenimento. Generalmente le varietà rampicanti sono più longeve di quelle arbustive.

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