Lamia la divoratrice di bambini nella Mitologia Greca

La Mitologia Greca ospita alcune creature terrificanti e Lamia è facilmente annoverabile tra le più spaventose.

Tuttavia, la storia della Lamia è interessante e i suoi retroscena possono offrire una nuova prospettiva su questo demone femminile, talvolta fantasma seduttrice che adesca giovani uomini per poi cibarsi della loro carne, talvolta feroce divoratrice di bambini. Continuate a leggere per sapere di più.

Lamia è un noto demone della Mitologia Greca, tipicamente raffigurata come un mostro in parte umano e in parte animale, predatore dei neonati e dei bambini non ancora nati.

Il bacio dell'incantatrice di Isobel Lilian Gloag

Il bacio dell’incantatrice di Isobel Lilian Gloag

Chi era Lamia?

Secondo il mito originale, Lamia era un tempo una bellissima regina della Libia, figlia di Belo, mentre secondo altre fonti, il poeta lirico greco Stesicoro la cita come figlia di Poseidone, e madre del mostro marino Scilla.

Zeus quando la vide per la prima volta si invaghì subito di lei e la sedusse senza pensarci due volte. I due giacquero insieme in numerose occasioni. Quando Era, dea del matrimonio e moglie di Zeus, venne a sapere della loro relazione, non la prese bene e reagì in modo piuttosto vendicativo.

La rabbia di Era, non fù però rivolta Zeus, ma bensì a Lamia, la punì nel modo peggiore che si potesse immaginare privandola dei figli avuti da Zeus (solo Scilla fù risparmiata) e costringendola a mangiarli. Inoltre, la maledisse con l’ insonnia.

Dopo quanto le successe, comprensibilmente, Lamia rimase sconvolta e inconsolabile e fu portata alla pazzia dalla disperazione. La sua pazzia si ripercosse anche sul suo aspetto e in breve tempo si tradformò in un volgare mostro.

Nel suo dolore, quasi inimmaginabile, si cava gli occhi e poi vaga alla ricerca di bambini da divorare e giovani uomini a cui succhiare il sangue, per lenire la propria sofferenza.

In altre storie invece si narra che Era maledisse Lamia, impedendole di chiudere gli occhi, in modo che non fosse mai in grado di cancellare le visioni dei suoi figli perduti.

In quest’ultimo caso, Zeus, sentendosi in colpa per quello successo, diede a Lamia la capacità di rimuovere gli occhi a suo piacimento, in modo da alleggerire il peso dell’insonnia e del dolore. Il supremo sovrano degli dei le conferì anche il dono della profezia.

Aspetto di Lamia

Prima di essere maledetta da Era, si diceva che Lamia fosse l’immagine della bellezza. Proprio per questo Zeus si era invaghito di lei a costo di mettere a repentaglio la sua relazione.

lamia di John William Waterhouse

Lamia dipinto di John William Waterhouse

Una volta maledetta, però, perse il suo aspetto e divenne mostruosa. Molte storie la raffigurano con sembianze di un serpente, più comunemente con la parte superiore del corpo di una bella donna (per sedurre gli uomini prima di mangiarli) e la parte inferiore del corpo di un serpente.

Secondo l’antico commediografo greco Aristofane, Lamia era ermafrodita e viene descritta così nell’ opera le vespe: ” Di torrente parea romba funesta, la voce: era il suo scroto, poco ai lavacri avvezzo, di Lamia, di cammello il cul, di foca il lezzo”

L’idea che la Lamia sia ermafrodita è stata forse inventata per farla sembrare ancora più contorta e mostruosa.

il suo nome in greco antico può essere tradotto all’ incirca con “squalo solitario o canaglia”

Le Lamie sono malvagie?

Sebbene Lamia non fosse malvagia nella sua vita mortale, il demone che divenne in seguito alla punizione di Era, sicuramente lo era. Se questi atti malvagi possano essere attribuiti a Lamia stessa o alla follia che le fu inflitta dalla maledizione, è un’altra questione.

Sebbene il mito derivi da una singola regina della Libia, il demone è regolarmente rappresentato in pluralità e molti miti successivi si riferiscono alle lamie come entità fantasme che seducono gli uomini in incontri sessuali prima di cibarsi del loro corpo e sangue.

Di che cosa è dea Lamia?

Lamia non è una dea, ma un demone, di conseguenza è la dea di niente.
Tuttavia, era fortemente associata alla morte, in particolare alla morte dei bambini. Molti credevano che fosse la causa della morte di tutti i bambini che morivano prematuramente durante il parto.

Lamia è un vampiro?

Si credeva che si nutrisse del sangue degli uomini che seduceva. A questo proposito, le si possono quindi attribuire qualità vampiriche.

Ciò che oggi comunemente chiamiamo vampiro potrebbe non essere coerente con l’aspetto di Lamia.

Questa versione moderna e sofisticata del vampiro è nata da un romanzo dei primi del XIX secolo di John Polidori, Il vampiro.

Conclusione

Nella società greca, Lamia era vista come un ammonimento su ciò che le donne diventavano quando perdevano la loro bussola morale.

Le brave donne greche dovevano sposarsi e accoppiarsi con giovani uomini, non ucciderli, e il loro dovere era quello di procreare e prendersi cura dei figli, non divorarli.

I filosofi la usarono come esempio negativo del desiderio e dell’avidità: ciò che può apparire attraente e seducente finirà poi sempre in rovina e corruzione.

La sua storia è stata usata anche per spaventare i bambini e per dare loro una lezione morale, e indurli a comportarsi bene, un po’ come da noi la storia dell’ uomo nero o del lupo cattivo.

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